Gloria Tranchida

Gloria Tranchida nasce a Roma il 28 luglio 1959.
Studia danza, consegue la maturità al liceo classico, si laurea con lode in chimica e lavorando si specializza in stampa di sicurezza e anticontraffazione.
Nel 1995 frequenta per tre anni i corsi di pittura dell’Accademia di Arti Decorative S. Giacomo di Roma, nel 1999 inizia l’attività’ artistica personale e dal 2005 espone le sue opere in gallerie di arte contemporanea e eventi legati all’ambiente e al riciclo. Gloria utilizza per i suoi quadri, oltre le tecniche classiche, una tecnica materica mista a base di sabbia, stucco, smalti, oro e colori metallici, con materiali riciclati, in particolare carta e cartone ondulato. Per ricordare il valore che i materiali di scarto possono ancora avere e per sottolineare quanto essi siano preziosi, li arricchisce volutamente con oro e colori metallici. Molti dei suoi quadri sono dedicati a tematiche ambientali e di eco sostenibilità, altri a temi sociali, altri ancora, più semplicemente, alle donne.

Mostre personali:
2014: “Rifili”, Mimi Furaha Gallery , Borgo Albizi, Firenze
2013: “Rifili”, E.Co.Art Exhibition  Point, Roma 
2011: “New Floral Icons”, Chiesa S. Antonio, Oriolo Romano (VT)
2009: “Emission Trading”, ZeroEmission , Fiera di Roma
2008: “Environment…” , Galleria VAM, Budapest
2006:  “Luci di Scarto”, Spazio Riv 56, Padova 
2005: “Ecomondo ‘05”, Fiera di Rimini

Mostre collettive:
2013: “CATS – Arte Fiera”,  Fiera di Padova
“1° Biennale di Palermo”, Museo Sciortino Monreale, Palermo
“Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea” , Nizza -  Monferrato
“ Tendenze”, Museo Civico Umberto Mastroianni, Marino (RM)
“Identità e Percorsi”, Palazzo della Corgna, Città della Pieve
2012: “Ma...Donne”, Galleria Metamorfosi, Reggio Emilia
“Soqquadro Factory”, Galleria Elle, Preganziol(TV)
2011: “Ma...Donne”, Galleria Vista, Roma
2010: “Obama, uno sguardo al futuro”, Galleria Vista , Roma
“10 minuti prima”, Casa Internazionale delle Donne, Roma
“Colore Materie Segni”, Galleria Vista, Roma
“Convivenze”, Biblioteca comunale, Torrita di Siena (SI)
“Soqquadro Factory”, Galleria Metamorfosi , Reggio Emilia
“Cinèma, Cinèma”, Galleria Tartaglia Arte, Roma
2009: “Working Out Progress”, Galleria Vista, Roma
“Natura, Figure, Paesaggi”, Museo della Badia, Vaiano
“Working Out Progress”, Galleria Vista, Roma
“Soqquadro Factory”, Galleria Vista, Roma
2008: “Ddang”, Archivio storico, Bracciano, (RM)
“Different Looks”, Pracownia Galeria, Varsavia
“Schiavitù” Mostra di Arte Sociale, Mercato Esquilino, Roma
“Ti riciclo in Arte”, Fonderia delle Arti, Roma
“Distanze di sicurezza”, Museo delle auto della polizia,  Roma
“La materia Ri-Nata”, Galleria Gard, Roma
“Percorsi”, Forte Michelangelo, Civitavecchia
“Different Looks”, Galeria Zamojska, Zamosc - BWA
“Rifiuti Eccellenti”, Museo Civico, Bracciano (RM)
“Arte Italiana dal 2° novecento ad oggi”, Museo Antiquarium Comunale, Sezze
2007: “AvantGard-RetroGard”, Galleria Crispi, Roma
“Scarti d’autore”, Spazio Etoile, Roma
”La materia Ri-nata”, galleria GARD, Roma
“L’altro Io”, Galleria Accademia Sessoriana, Roma
“AvantGard-RetroGard”, galleria AOCF58, Roma
“Caos”,  galleria ARCH , Roma
“RinasceRe”,  Fortezza Girifalco, Cortona
2006: “Small, Medium, Large”, galleria GARD, Roma
“Bianco e Nero”, galleria GARD, Roma
“Del Residu a l’Art”, Centre de Coll Cardùs, Barcellona
“DonnArte”, Chiesa di S.Agostino, Cortona
“Micro & Macro”, Museo Storico della Fanteria, Roma
“AvantGard-RetroGard”, galleria GARD , Roma
Premi:
2006: Premis  “Del Residu a l’Art”- Barcellona – selezionata

Collezioni:
L’opera “Solare” è acquisita dalla collezione della V.A.M. Design Gallery di Budapest

Pubblicazioni:
2013: “1° Biennale Internazionale Arte Palermo”– catalogo generale opere, pag.728,  edizioni EA
2012: “OverArt”, bimestrale d’ arte n.5 – pag.56, edizioni EA
2010: “Le Fonti Rinnovabili 2010” , in copertina, ed. ENEA
“L’altra faccia del Macero”, sezione Arte – pag.144  ed. Comieco
2009: “Tecnologie Ambientali per lo Sviluppo Sostenibile , in copertina, ed. ENEA
2008: “Post Kyoto e cambiamenti climatici”, in copertina, ed. ENEA
L’altra faccia del Macero”, sezione Arte - pag. 128 , ed. Comieco
2005: “Le Fonti Rinnovabili 2005”, in copertina, ed. ENEA

 

Natura s…naturata
La rivoluzione silente dell’artista

Quando si visita una mostra di opere di Gloria Tranchida si avverte subito una sensazione di armonia, la forza di una concordanza che lega la sequenza dei lavori appesi alle pareti. Avvicinandosi, si percorrono i ritmi dei riccioli aggrovigliati che ci conducono nel loro intrico metallico, per uscire poi su superfici piane che dilagano come deserti obliqui, ritagliati in triangoli o in poligoni sbiechi, che solo nell’ortogonalità del perimetro del supporto trovano la parola ‘fine’, o forse, meglio, ‘…continua…’. Sì, perché l’opera della Tranchida si potrebbe immaginare come un filo continuo del pensiero, dal quale emergono momenti di riflessione definiti dalle opere che lei realizza.
Cosa aggiunge Gloria? In cosa consistono la ricchezza e la diversità ‘informativa’ dei suoi lavori?
Attraverso la forma accattivante dei suoi quadri, che possono funzionare perfettamente come complemento d’arredo ma in realtà sono attentamente equilibrati nei pesi e negli andamenti visivi, Gloria attira e tira l’osservatore nelle profondità dei suoi ‘oggetti’ d’arte - perché tali li rende il consolidamento materiale che lei effettua - e in tal modo può gradualmente coinvolgerlo nelle tematiche espressive che ispirano ogni scena. Tematiche forti, intensamente impegnate sul piano ambientale e in grado perfino di dare suggerimenti sulle possibili risoluzioni da attuarsi in materia.
Sludges (fanghi industriali), CVM, Diossine, Oli esausti, Fanghi rossi, Percolato, sono alcune delle parole che formano i titoli dei quadri di Gloria Tranchida, parole che indicano comunemente rifiuti industriali e prodotti non riciclabili dalle industrie. Parole terribili, dal punto di vista dell’ambiente e per chi ne conosce gli effetti sulla natura e sull’uomo e che sono il lato oscuro del nostro benessere: con la leggerezza e forse anche l’astuzia di un felino, Gloria porta alla luce ciò che è nascosto o rifiutato, attraverso la luminosità dei colori metallici, oro, argento, rame, e lo trasforma, catarticamente, rendendolo bello, prezioso e durevole come un gioiello.
Perché una persona e un’artista si presta ad occuparsi di argomenti così poco artistici e addirittura imbarazzanti per i più? Un’artista è un’esteta, perché dovrebbe indagare ciò che è brutto? Forse qualcuno si meraviglierà, ancora, ma l’esigenza espressiva di un operatore dell’arte nasce dalla propria capacità introspettiva, e quello che vedrà dentro di sé è quello che distingue gli artisti e il loro prodotto estetico; quindi, nascendo l’opera da un’urgenza espressiva, nel caso di Gloria  Tranchida questa riflette la sensibilità della pittrice nei confronti dell’identità tra i flussi naturali  interni e quelli esterni: la natura, quindi, perfetta  nelle proprie funzioni (natura naturata, secondo il pensiero del filosofo Baruch Spinoza) è ora profondamente oltraggiata e, appunto, ‘snaturata’, alterata cioè nella sua essenza a causa dell’uomo. Per questo Gloria prende le immagini che ci arrivano dai disastri ambientali e, forse perché nelle mani e nella mente ha una sapienza ulteriore, le ricrea e ne cambia la portata, da pura denuncia sociale a prodotto estetico. Utilizzando i metodi linguistici propri dell’arte Gloria agisce sui piani intimi della nostra sensibilità. Nella serie dei Rifili, infatti, il groviglio di materia accelera di particolari e di ulteriori percorsi in profondità il ritmo già veloce, conferendo tragicità emotiva e ansia disperata ai vortici creati e ai fondi rugosi e rigati dalle colature spesse e diramate. E mentre la concentrazione segnica si allenta sulle stesure piatte e arse, si compone il messaggio visivo, forte, emozionale, ma chiaro e preciso come uscito dalla mano di un acuto scienziato: quando sembra la fine, è invece possibile, ci dice Gloria, andare ancora avanti, spostando l’oggetto su un piano impensato, dall’abbandono come rifiuto alla nobilitazione come opera d’arte compiuta, portatrice di speranza che, sul piano sociale, si traduce  nella certezza ipotetica dell’esistenza di un modo per trasformare ancora quelle materie e farle rientrare nel ciclo della vita.
L’artista è anche un artigiano della mente: attraverso l’azione sapiente e spesso automatica delle sue mani, avvezze alla trasformazione dei materiali, trasforma anche il pensiero, l’opinione che si ha su un oggetto, una situazione, un’idea, cambiandoci la prospettiva e aprendo la nostra mente a nuovi scorci, a nuove idee.
Laura Turco Liveri