Gisella Pasquali

Gisella Pasquali vive e lavora a La Spezia. Dopo il diploma di maturità artistica ottenuto al Liceo Artistico Statale di Carrara, si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara – Scuola di Pittura,  col massimo punteggio. Allieva del professor Umberto Buscioni di Pistoia, noto esponente della corrente artistica Pop Art Europea.
Predilige il genere pittorico astratto e informale, ama particolarmente i grandi protagonisti della Pittura Moderna americana e della Pittura Contemporanea spagnola (A.Tàpies, J.Guinovart, L.Munoz…) oltre ai Maestri italiani : Afro, Burri, Fontana…Partecipa  a numerose mostre collettive e personali, sia in Italia che all’estero (Roma, Genova, Portofino, Portovenere, Pisa, Reggioemilia, Bologna, Torino, La Spezia, Cinque Terre … Berlino, Barcellona, Londra …), alcune opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Collabora presso studi di architettura : progettazione, grafica, prospettive, disegni particolari destinati a mostre, concorsi e alla Sovrintendenza alle Belle Arti.
Ha partecipato a corsi di Restauro dei dipinti e Conservazione del patrimonio artistico e corsi inerenti alla Gestione di eventi ed organizzazione del marketing museale.
Il suo temperamento, da sempre rivolto alla sperimentazione, la porta a confrontarsi e “contaminarsi” con altre realtà artistiche, per arricchirsi culturalmente e mettersi costantemente in discussione.

2014: Esposizione Triennale di Arti Visive 2014 a Roma, Università La Sapienza – Roma
Sirenarte, Galleria Vallardi Arte, Sarzana – SP
Il Tao dell’arte, Spazio arte Castello, Torino
2013: Egos V, Royal Opera Arcade Gallery, Londra
Awesome Expo, Crisolart Galleries, Barcellona
Premio Mostra del Tigullio2013, Palazzo Ravaschieri, Chiavari – GE
Colors, Materials, Sign, Vibe Gallery, Londra
Women, Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, Pisa 
micro & MACRO al Caffè Letterario, Roma
I paesaggi dell’anima, Palazzo Toledo Pozzuoli – NA
2012: Arte sulle rive dell’Arno, GAMeC , Pisa
Archivio d’Arte, GAMeC, Pisa
Donne senza trucco, Urban Center , La Spezia
Frame Art,Galleria Garzonotti, La Spezia
Ma…Donne 2, Galleria Metamorfosi, Reggio Emilia
Arti e Artisti, Studio 18, La Spezia
2011: Der tropfen wasser (Il filo d’acqua), Galerie Gotland, Berlino
Contemporaneamente Arte in Prima,Galleria Elle, Preganziol - TV
OpenArtMarket, Spazio Artia Largo Argentina, Roma
Io Doppio,Galleria Immaginecolore, Genova
Ma…Donne, Casa Internazionale delle Donne, Roma
Solidale con l’AIL ,Galleria BrandiArte – La Spezia
Undici settembre duemilauno commemorations, Galleria Serenarte, Bologna
Arte sulle rive dell’Arno2011, GAMeC, Pisa
Exciting Viewpoint, Galleria Rossocinabro, Roma
micro&MACRO, Galleria Metamorfosi, Reggio Emilia
Universo Astratt o- Personale, Galleria Centro Arte Moderna e Cont., Pisa
Astr-Azione, Galleria Vista, Roma
Il Mito della ribellione: Antigone e Medea, Casa Internazionale delle Donne, Roma
2010: Astrattismo e dintorni - personale, Bolina Club, Vernazza Cinque Terre - SP
2009: Il Bastione2009, piazza del Bastione, La Spezia
Artisti al liceo, Liceo Scientifico Pacinotti, La Spezia
2007: Calandriniana 2007 come nasce un’opera d’arte, piazza Calandrini, Sarzana - SP

 

Gisella  Pasquali  :  “ padrona  dello  spazio  mutevole “             

Il  vasto universo  della  pittura cosidetta  astratta  si  può dividere in tre filoni: uno deforma la realtà  fino  a renderla  irriconoscibile, ma  ad  essa ritorna  col   titolo  o  con  la  forza dell’emotività ( da Kandinskij   agli  Otages  di  Fautier e all’  Enchanted  forest   di  Pollock,   ecc.),  uno sceglie  forme archetipe  e  simboliche    ( da  Malevic  e  Balla  in  poi,  geometrie,  alfabeti   sconosciuti,  ecc. ) ,  il  terzo  più  raro  e  in  fondo  più radicale,  rifiuta  la  realtà  e assegna un senso autonomo ai puri segni, ai puri  colori, alla  materia  ( pura materia  è  un ossimoro:  materia  usata   non   come  materiale,  come   ingrediente,  ma  come  fine,  autoreferenziale ). Gisella  Pasquali  rientra  in  questo  terzo  indirizzo.
Una   scelta   coraggiosa  e   ambiziosa:  rivelare   un   altro   mondo,  una  realtà  completamente alternativa ,  con  proprie leggi, proprie dimensioni, proprie regole morali. Si tratta di un approccio profondamente  romantico, non nel senso comune, svenevole del termine,  ma   in   quello  storico : del  Romanticismo   tedesco quello  di   Kleist e Novalis, l’artista recupera  l’irrazionalismo, il titanismo, l’antagonismo  totale  con  la realtà  terrena e implicitamente la relativa solitudine spinta al solipsismo.
Le sue opere sono  finestre  su  un’altra verità  del  tutto personale,  in  cui  lo spettatore, il  pubblico, può entrare solo  mettendosi sulla  stessa  lunghezza  d’onda emotiva,  quasi   violando  con  disagio  l’intimità   di  uno spazio che  l’artista   ha  creato   per  se  stessa  di  cui  è  signora  e
In   quest’altro  mondo  vige  un  equilibrio  precario  e  mutevole  di   luci  e   ombre, di   piani  ravvicinati   e   sfondi   lontani   che  sembrano  muoversi  e  vibrare  in  superficie,  privi  di  orientamento  e  di  baricentro.                                                                                                                                                                                              
I  colori  hanno tutta l ’innaturalezza  dell'acrilico, leggeri  e  pesanti, opachi e lucidi , tappe  provvisorie  di  una  ricerca inesauribile.
I  materiali del  nostro  mondo sono  svuotati   dal  valore d’uso, dalla  loro funzione: il cemento e la sabbia non  servono a costruire, i  fili  non  legano  e  non  collegano. Non  ci  sono  storie, non  ci  sono contenuti,  solo  brusii  di   spiriti,  lingue  morte   sussurrate, scariche  di  emozione. C’è   però  un   percorso  nel   tempo, dalla  timida,  esile  delicatezza   dell'acquerello  all'accumulo   denso   di   colore   e   segno.
Ma  è   nei   lavori  più  recenti  che  la  poetica  dell’artista  sembra  chiarirsi , in  una  nuova  essenzialità , nell’asciuttezza  di  campi  grandi di   colore  solitario, nell'accoglimento  del   vuoto come   elemento  costitutivo.  Se  c’è  un  nume  tutelare, è  Mark  Rothko: non  perché si somiglino, ma  perché  il  percorso  da  fare  per  stabilire  una  intesa  con  questi  lavori  è  simile. 
Bisogna vederli dal vero, entrarci  dentro  e   perdercisi.
Ma  ciò  che  di   più  importante  hanno   è  non  che  sono  un  piacere  per  gli  occhi:  sono  avventure  dello  spirito.
                                                                                                        
Enrico Formica