Nadia Misci Conter

Nadia Misci Conter nasce ad Ortona, ridente cittadina sul litorale abruzzese.
Completati gli studi si trasferisce a Milano, dove inizia a scrivere favole e poesie.
Dal 1979 è residente a Fano.
Pubblica nel 1999 il libro “Dentro e fuori di me”, ritratto introspettivo ed autobiografico.
Amante fin da bambina dell’arte, da diversi anni si è affacciata al mondo della pittura prediligendo olio ed acrilico su tela.
Collabora con Gallerie d’Arte di Roma, Messina, Reggio Emilia, Parigi,  Londra e Bruxelles.

Recenti Esposizioni:
2013: “In medio stat virtus”, Castello di Roncade (TV)
“Cartoline”, Galleria La Bottega delle Arti, Mola di Bari (BA)
2012: “Mostra a Premio”  Galleria Vista, Roma.
2011: “Sacralità e Spiritualità” Accademia Euromediterranea delle Arti, Galleria La Pigna,   Palazzo Pontificio Maffei Maresciotti, Roma.
“Itinerari di cultura: l’arte contemporanea nelle colonie greche d’occidente”, rassegna d’arte, Accademia Euromediterranea delle Arti, Museo Archeologico Regionale, Gela (CS).
“La vita come mito e rappresentazione”, Accademia Euromediterranea delle Arti, Circolo Culturale l'Universale degli Artisti, Roma.
“Soqquadro Factory”, Galleria Metamorfosi Arte, Reggio Emilia
“Micro-Cosmi”, Galleria Vista, Roma
“Figur-Azione”, Galleria Vista,  Roma
“XXIII Mostra d’Arte Collettiva” organizzata da SSSP, Chiesa S. Arcangelo di Fano
2010 – 2011: “BART 2010”, Banca, Arte, Territorio, Banca di Credito Cooperativo di Fano.
2010: Mostra personale, Centro Studi Carlo Cattaneo, Teatro della Fortuna di Fano

Premi:
2011: Premio “Il Natale dell’Accademia”, Accademia Euromediterranea delle Arti: 2° classificata Categoria Poesia e Narrativa.
“Roma la Pigna”, diploma d'onore mostra “Sacralità e Spiritualità” indetta dall’Accademia Euromediterranea delle Arti.
Segnalazione dell’opera “L’Onda” sulla rivista d’arte “Arte Shop Magazine” (Mondadori)
Premio “Mare Nostrum Mediterraneo – Sezione Pittura” indetto dall’Accademia Euromediterranea delle Arti: 2° classificata con l’opera “L’Onda”

 

La personalissima ricerca pittorica di Nadia Misci Conter, lontana dalle diverse esperienze delle avanguardie che hanno caratterizzato il secolo appena trascorso, propone una poetica che torna a privilegiare la visione e, nella visione, la luce e il colore.
Anselmo Bucci, uno dei grandi artisti “figurativi” del '900 , scriveva ne Il pittore volante (Milano, 1930):
Non ci meraviglia più nulla che valga lo stupore:
un filo d’erba per esempio.
Meditiamo sulle giarrettiere e sui binari;
e un po' di terra dentro un vaso
si trasforma per magia accanto a noi in petali di garofano e di rosa,
e nel loro profumo.
Pochi se ne accorgono.
Questa attenzione verso ciò che ci circonda, la montagna, il lago, la marina, il vaso di fiori, che faceva parte della poetica di Anselmo Bucci, caratterizza l'arte di Nadia, che dipinge la natura, come Anselmo, in una dimensione soggettiva e lirica, non puramente percettiva e impressionista,  attraverso luci ed atmosfere che oltre agli elementi della natura richiamano i moti dell'anima.
Per Nadia Misci Conter il punto di incontro  tra l'io e il mondo è costituito dal colore. Nadia scrive di sé:
Ad un passo dal cielo
ho rubato la luce
e da essa i colori...
Se solo potessi
decantare col rosso
la luce del cuore.
Col verde sfumare
quelle mille speranze
e col blu
profanare i profondi pensieri.
Se solo potessi
colorare di brina
l'infinito universo
di giallo coprire
ogni luogo nascosto
Se solo avessi un grosso pennello
vestirei il mondo
d'arcobaleno...
Se solo potessi
se
e solo se...
In questa poetica della luce e del colore s'incontrano soggettività e oggettività, pensiero e realtà; il colore non è astratto né materico, ma legato alla percezione del mondo e allo stato d'animo della visione. Il colore avvolge la forma,  prende il sopravvento su di essa, deborda dagli oggetti, diviene “dominante”, nel duplice senso di elemento espressivo che prevale, sia di dominante cromatica che tutto avvolge, come accade nella fotografia cinematografica.
Le tele di Nadia Misci Conter  diventano allora fotogrammi (nel senso etimologico di phótòs, luce, e grafèin, scrivere, quindi “scritture della luce”) di una rappresentazione della natura in cui l'artista, attraverso una dimensione emozionale prodotta dalla luce e dal colore, raggiunge l'unione di soggettività e mondo, di realtà e simbolo. Che è forse l'essenza stessa dell'arte.

Prof. Gianfranco Boiani
Critico d’Arte e Cinematografico - Regista